Giulio di Malta è nato ad Aiello
Calabro il 22 Gennaio 1933 da Valerio, Ingegnere e da Trapuzzano
Lina casalinga. E' stato alunno delle elementari in Aiello fino al
settembre 1942, quando, convittore interno, è stato iscritto alla
quinta elementare del Nobile Convitto Mondragone di Frascati. Con i
Gesuiti ha trascorso i primi due anni della scuola media, ritornando
quindi a Cosenza dove ha frequentato il Liceo Scientifico” G
Scorza” conseguendo la licenza liceale nel Luglio 1954. Iscritto
alla Facoltà di ingegneria dell’Università di Napoli, frequenta i
corsi fino al Settembre 1958 quando, per la morte prematura del
padre, ha dovuto dedicarsi ad amministrare il consistente patrimonio
agricolo di famiglia, consentendo al fratello Stanislao, di portare a
termine i suoi studi di dottore in legge. Fin da piccolo, Giulio di
Malta, ha avuto un occhio di riguardo per lo studio della lingua
italiana, della storia dei popoli, deldisegno, della pittura questo
perché ha avuto la fortuna di aver avuto ottimi insegnanti nelle
scuole superiori. Il professore Mario Dionesalvi per l’italiano,
Spadafora per la storia e filosofia e Michele Berardelli per il
Disegno, sono stati dei Maestri che hanno fatto amare le materie da
loro insegnate. Nella seconda decade del Mese di maggio 1953, insieme
al compagno di classe, Franco Fazzari, miglior alunno delle due
sezioni A e B della quarta classe del Liceo Scientifico” G. Scorza”
di Cosenza, viene premiato con la partecipazione ad un corso
accelerato di studi aeronautici e di pilotaggio sui Macchi
305, indetto dal Ministero dell’Istruzione, per cinquanta alunni
delle scuole superiori del Meridione, quale miglior alunno studioso
della lingua italiana. Il Corso si è svolge a Roma alla struttura
aeronautica di Centocelle guidato da un Maggiore dell’Aeronautica
Militare, del quale non ricordo il nome, con la presenza assidua del
recordoman dell’epoca di "Paracadutismo Acrobatico Aeronautico”
Capitano Cannarozzo. L’aver avuto il professor Dionesalvi, insegnante
di italiano alla sezione B del quarto anno del Liceo Scientifico,
è stata manna del cielo per Giulio di Malta, perché, leggendo le
prime sue poesie, scritte negli anni cinquanta, guidate da "U
Vecchiariellu,” anno 1951, l’insegnante, si è rende conto delle
doti del suo alunno è lo consiglia e stimola a leggere qualche
lavoro dei poeti in lingua dialettale delle passate generazioni, dai
quali avrebbe certamente appreso cose interessanti e validissime,
riguardanti le opere di calabresi che hanno meritato i
riconoscimenti che hanno avuto in campo nazionale ed
internazionali.Con la poesia "U Vecchiariellu”, Giulio,
manifesta con chiarezza, sin da giovane, la sua appartenenza al
Verismo che ha avuto in Verga il maggior
esponenente primordiale. Il Catanese, fondatore della corrente di
pensiero, che è frutto prelibato del Meridione, salito sul treno in
partenza da Catania, ha raggiunto i luoghi più impensati ed ancora
oggi, alle soglie del duemila, è in viaggio tranquillo e spedito
quanto mai. Dopo Verga, Giulio, ha scoperto, già studente
all’Università di Napoli, Di Giacomo, i De Filippo e soprattutto
Gioacchino Belli e Trilussa. Di quest’ultimo, Giulio, ha letto tutto
quello che ha trovato in giro ed assimilato, in tutte le sue
sfaccettature, i contenuti del suo “mondo
petico”, innamorandosi, soprattutto, della favolistica del terribile
uomo di Trastevere temuto, ma rispettato dai politici dell’epoca, per
la sua penna tagliente come un rasoio. La lettura e lo studio, infine,
di” DuonnuPantu”, della Favolistica di” Butera” e di alcune
delle poesie di "Ciardullo”, hanno indicato la via da percorrere
per cercare e fornirsi di un mondo poetico tutto suo,
inconfondibile, molto comprensibile. Giulio ha imboccata e percorso
tale via, partendo dalla gavetta. Si è creato, così, un suo stile improntato per lo più sulla
perfezione metrica e su un contenuto che deriva dal mondo
reale, agricolo nel quale, per sua fortuna, ha vissuto. Questi’, che è
privo di sfaccettature qualunquiste ed irreali, lo ha aiutato
molto a salire le scale della conoscenza, principalmente, del mondo
sociale che era agli albori in Italia. Nel 1959, causa grave lutto in
famiglia, è costretto a improvvisarsi Imprenditore agricolo a titolo
principale, dedicandosi a dirigere l’Azienda di famiglia, essendo
impegnato col fratello, a non trascurare gli studi
universitari. L’assottigliarsi, nel giro di un anno, delle entrate
agricole, vitali per la sopravvivenza della famiglia trasferitasi nel
Gennaio 1959 a Napoli ed il bassissimo quantitativo di olio
ricavato, nella invernale campagna olearia successiva, impongono
un’indagine accurata dell’accaduto. La causa viene subito
individuata ed è palese perché la vegetazione delle piante è
ottima. Lo scarso raccolto l’ha determinato la lontananza
“dell’occhio del Padrone” e i due fratelli corrono subito ai
ripari rientrando nell’Ottobre 1962 in Calabria. La Famiglia si
trasferisce da Napoli alla natia Aiello e l’Artista, impovvisandosi
imprenditore agricolo, si dedica a guidare la Grande Azienda Agricola
di famiglia sita in territorio di Cleto. Grazie al suo curriculum
universitario, per due anni fa l’insegnante di matematica alla
prima scuola Media Unificata dell’Obbligo, che vuole essere ed è, una
rivoluzione sociale di vastissima portata, il primo anno a Cleto, il
secondo ad Aiello Centro. Da insegnante, ad Aiello, diventa amico
fraterno di Francesco Tosti di Cingoli, Professore di disegno alla
Scuola Media e da questi viene stimolato a coltivare oltre che le
campagne calabresi, anche il sistema di tramandare ai posteri le
bellezze ed i colori della punta dello Stivale, tentando di
riportarle sulla tela, nel modo più veritiero possibile. E’ così
che Giulio, a partire dal 1960 riinizia a dipingere su carta con
tempera e acquerello scorci di vedute agricole, scorci cittadini, nature morte. Forte
degli insegnamenti liceali del Professor Michele Berardelli, di cui
è stato uno dei pochi pupilli, tanto da avere un voto altissimo di
ammissione alla licenza liceale. Stimolato e spinto dei consigli
dell’amico Francesco, Giulio inizia a praticare la Pittura e
completa la triade di discipline amate e praticate nella sua vita; il calcio e l’atletica leggera in gioventù, il tifo per i colori
rossoblù del Cosenza Calcio e della Juventus a livello
nazionale. Nell’atletica leggera nel 1952 ha vinto gli ottanta metri
di corsa veloce, nella rassegna annuale degli Istituti scolastici
provinciali, con la casacca del "Liceo scientifico Scorza” di
Cosenza, con un tempo eccezionale, per quegli anni 9,2 secondi, con
equipaggiamento arrangiato e scarpette da tennis
eguagliato, l’anno seguente, con la casacca del "Liceo Classico B
Telesio” dal Fratello Stanislao. Amante del giuoco del calcio
giocato, a partire dal 1945 ‘si innamora, grazie a Silvio Piola, che
non milita più nella Lazio di Roma, del colore bianconero delle
Zebre Iuventine di cui diventa grande tifoso anche se di seconda
piazza. Lupi della Sila e Zebre Bianconere, ancora oggi fanno parte in
egual misura del suo mondo fantastico che ogni uomo possiede nel suo
incoscio e non lo baratta con nessun tesoro di questo Mondo. Con la
pubblicazione di” Lupi Alé! E di Juventus 1914, volumetti in
lingua dialettale aiellese, in cui, con schede tecniche
dettagliate, immortalizza, con le dovute proporzioni, alcuni dei
maggiori Calciatori che hanno indossato, nel corso degli anni, le due
amate maglie. In gioventù, negli anni del Liceo, nel triennio
1951-1953, ha giocato a calcio nel settore giovanile di
Cosenza, campionati Juniores militando, il primo anno, con il
compaesano, Mario Naccarato ed un folto gruppo di ragazzi di
Grimaldi, nella” Juventina Libertas” di Cosenza. Nei due anni
seguenti nella Mitica” Politano”
del Quartiere Rivocati, fondata, finanziata ed allenata dal prof.
Lelio Monaco. Con la” Politano”, sempre militando nel settore
giovanile, Giulio di Malta, giocando a centravanti o ad esterno
sinistro, ha vinto, a livello provinciale, tutto ciò che c’era da
vincere con il record di aver impattato una sola partita nel corso
del campionato. Trascrivendo quella formazione tipo ed il nome di
alcune riserve si vuole fare un omaggio ad un gruppo di giovani
che, pur dotati di talento, non hanno avuto, dato i tempi e le
possibilità riservate solo ai figli delle Regioni del Cento Nord
della penisola. Infattii giovani calciatori calabresi e di Cosenza in
particolare, hanno avuto la possibilità ed il privilegio di essere
chiamati ad allenare la prima squadra della città, per tutto il
corso dei due campionati di serie B disputati, un giovedì si ed uno
no. Per questo motivo hanno giocato contro elementi che hanno
militato in serie A come i vicentini Sergio Campana e Borgo,
l’udinese portiere Dinelli, il Terzino Fontana, il Palermitano di
Rogliano Pavesi. La formazione tipo della Politano dell’epoca, nella
quale Giulio di Malta, diciottenne ed anche uno degli anziani ha
militato, era composta da Giordano o Sorrentino in porta quindi
Florio Gigino, Gagliardi Alberto e Crispo trio defensivo, De Rango e
Pietro Florio, medianii, Coscarella mezzala di regia, Pellegrini I
Fantasista, Briglio o Santangelo ala destra, di Malta o D’Angelo e
Ricchio punte, Mario Canonaco e Gino Pagliuso Jolli, Pellegrini II e
De Gaetano eventuali sostituti degli attaccanti. Per quanto riguarda
il tifo calcistico, Giulio è stato esponente massimo per oltre dieci
anni del "Tifo Organizzato Rossoblu", facendo il Presidente, per
oltre dieci anni ed il Vice Presidente per altri dieci, nel "Centro
Coordinamento Club Rossoblu”, a cui erano affiliati, i trentacinque
clubs del Cosenza Calcio della Provincia e i tre di fuori. Per quanto
riguarda la Pittura, Giulio di Malta, ha tenuto la sua prima mostra
nella Primavera de 1972 alla Galleria 98 di Cosenza, stimolato dal
proprietario Vincenzo Morelli, ottenendo un grande successo di
visitatori, che hanno acquistato tutte le opere che l’autore ha
voluto vendere. Stimolato dal successo e consigliato dall’esperto
gallerista, Giulio inizia il suo cammino di artista, frequentando le
Gallerie della città ed in modo particolre la Galleria 98, covo e
residenza di vecchi "Marfioni” e di Matricole vogliose di
apprendere. A Partire dal 1972, Giulio di Malta conduce le sue
battaglie su quattro fronti uno più bello dell’altro, uno più
difficile dell’altro; per crescere i figli, fa l’Imprenditore
Agricolo, per Hobby e soddisfazione professionale, il Grafico e
Paesaggista, per vocazione il Poeta in Lingua italiana e Dialettale,
trasferendo su pagina scritta l’idioma aiellese fin dal 1951 in
Lingua dialettale Aiellese. Per questo motivo, Giulio è prima
ricercatore, poi scrittore e cultore. Nella sua sessantennale
peregrinazione con lavori in lingua aiellese si cimenta in tutti i
campi dello scibile. Scrive poesie di tutti generi e strutture,
poemetti, favole, pezzi di teatro, schede tecniche, di calciatori del
Cosenza Calcio 1914 e della Iuventus di Torino, racconti in versi ed
oltre cinquanta elegie in lingua volgare ed aiellese che il Comune Di
Aiello Calabro ha voluto fossero raccolte in volume e pubblicate
con il titolo” L’Antichi”. Nel decennio 1972=1982, ogni
domenica, tempo permettendo, con il Gruppo 98 di
Artisti Cosentini, partecipa dall’Aprile a fine Luglio ad
estemporanee, con esposizione e vendita in piazza, in moltissime
cittadine e paesi calabresi e conosce e fa amicizia con giovani
artisti quali Sicilia, Coluccio, Bitonti, Negro, Vigna, Bria,
Falivena, Marmugi, Filosa, Mario Mauro ed altri che onoreranno
un’epoca irripetibile della
Provincia. Dal 1980 al 1982, conduce settimanalmente la trasmissione
in lingua dialettale calabrese "l’Altra Lingua u Calavrise un
anno su Radio Lancillotto", e due poi su Radio Queen con la
collaborazione di Maria Chiappetta e Raffaele de Marco. Nel 1982,
Giulio ha uno spazio televisivo su "Teleuno” e conduce con
l’amico Arcuri sedici trasmissioni dal medesimo titolo "L’Altra
lingua, U Calavrise”. Negli anni successivi fino al 1990 la
trasmissione condotta su Radio Queen sarà effettuata in TV su Rete
Alfa e per molti anni su Telespazio Calabria con la partecipazione e
presentazione al pubblico Calabrese e parzialmente siciliano e
pugliese. Vengono intervistati e presentati ai telespettatori i
maggiori poeti viventi da Achille Curcio a Salvatore Filocamo, da
Funari ad Alvaro, da Gaetano Coccimiglio a Polistena. Nel 1990,
Giulio viene eletto Presidente del Centro Coordinamento Clubs del
Cosenza Calcio 1914 e l’elezione comporta la fine delle
trasmissioni televisive e parzialmente anche dell’attività
artistica grandi opere. Dal 1990 al 96, Giulio, fa il Presidente del
Tifo organizzato partecipando a manifestazioni, incontri, attività
calcistiche inerenti e trasmissioni sportive su tutte le reti
televisive specie su Telespazio Calabria dove settimanalmente è
ospite dell’amico Riccardo Giacoia. Con Riccardo forma coppia
agguerrita sempre pronta a difendere i colori rossoblu allora
militanti i serie B. Nel periodo1991-1999 Giulio,
oltretutto, tralascia di dipingere grandi quadri e si dedica anima e
corpo alla realizzazione di miniature fino al formato cm 2x2,
rappresentanti paesaggi e scorci calabresi di panorami, vie, palazzi
su pietre di mare ed in seguito su piccole tavolette di legno
d’ulivo o di pino canadese. Nello stesso periodo realizza,
guasciandole con inchiostro di china o acquerello, grafiche artistiche di scorci
di vie paesane o cittadine, panorami di antichi castelli, personaggi
aiellesi e familiari. In questo periodo l’artista inizia il
riordino di tutto ciò che ha scritto in prosa ed in versi,
memorizzando il tutto su dischetti CD pronti ad essere dati alla
stampa in qualunque momento. Il riordino fatto con una certa cura,
porta alla pubblicazione del secondo volume delle poesie in lingua
aiellese "Quatri d’Aiellu” casa editrice Pellegrini; "Nuozzuli” raccolta di liriche concernenti oggetti ritenuti
erroneamente inutili ma di valore storico; "U Nocchieru” raccolta
di liriche riguardanti la vita e l’operato di S.S. Papa Carol
Wojtila dichiarato Santo dalla Chiesa Cattolica dopo pochi anni della
sua morte e ritenuto da molti studiosi il Personaggio più importante
del Ventesimo Secolo. Subito dopo viene dato alle stampe con tiratura
di appena cinquanta copie, "Un Ve Spagnati” , volumetto di liriche
dedicato a Papa Francesco I. La produzione artistico letteraria
dell’Artista Giulio di Malta è foltissima ed è difficile
quantificarla. Si tratta di un vastissimo numero di
liriche, oltre cinquecento, tra cui ben settanta elegie per lo più in
Lingua dialettale Aiellese, circa cinquanta favolette ed un centinaio
di Racconti di vita vissuta nel Circondario di
Aiello, Cleto, Gizzeria, Amantea, nella seconda metà del ventesimo
secolo. A titolo informativo esso elenco è composto dai volumi: Quatri
D’Aiellu primo volume, Quatri D’Aiellu secondo
volume, Nuozzuli, LupiAle!, "UNocchieru, “Un Ve Spagnati”.
I "Racconti del Frantoio”, "L’Antichi”, "C’ere nna vota
Aiellu”, "Liberazione di Gizzeria”, "Na vota... Jazzaria”.
Un volumetto di liriche sul calcio “Lupi Ale!” che risultano
essere schede tecniche in lingua aiellese di tutti i calciatori e
dirigenti del Cosenza Calcio 1914 guidata da Bruno Giorgi. Questa
grande squadra, è quella che, solamente una serie di gravi errori
arbitrali del sig Rosario lo Bello, nell’ultima partita
svoltasi a Cosenza con l’Udinese, non ha fatto salire in serie
A, facendo terminare la partita zero a zero, risultato favorevole ai
Friulani. Quindi “Quattro Stelle Juventus”, volume in ldioma
aiellese che in effetti è, a sua volta, una raccolta di schede
tecniche che più o meno vorrebbero descrivere personalità e
immagine fisica di una cinquantina di calciatori che negli ultimi
sessant’anni, hanno rivestito la mitica casacca bianconera; "I
Racconti del Frantoio,” raccolta di dodici racconti di vita vissuta
dall’autore durante gli anni cinquanta sessanta, svolgendo
l’attivita di imprenditore Agricolo e gestendo, oltretutto, il
Frantoio aziendale abilitato legalmente a lavorare anche per Conto
terzi; "L’Eroica Balilla di casa Trapuzzano", dedicato al nonno
materno Tito che, nella prima decade del Settembre 1943, con grande
coraggio ha affrontato, con la vecchia Balilla di famiglia, il
pericolosissimo viaggio di andata e ritorno Gizzeria, provincia di
Catanzaro Frascati per riportare a casa il nipote Giulio di Malta
bloccato dagli eventi bellici dell’epoca nel Nobile Convitto
“Mondragone” di Frascati ospite dei Gesuiti. Dal Gennaio 2000
all’Aprile 2012 Giulio risiede a Roma a causa di una gravissima
malattia che, nel 1999, ha colpito la moglie e rientra a Cosenza nel
Giugno 2012 ove attualmente risiede abitando in via Pasquale Rossi n
49. "Per meriti artistici”, Giulio è stato chiamato a far parte
dell’Accademia Cosentina “G Parrasio”.
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